“Et hora vado a Bologna”. Scambi e luoghi di musica tra Roma e Bologna.

Huub Van der Linden

Libertas dice da secoli lo stemma di Bologna, implicando una sua autonomia, ma la città è stata anche, per molto tempo, la seconda città dello Stato Pontificio. Sulla linea di questa implicita tensione tra libertas felsinea e governo pontificio, questo progetto mira a dare una prospettiva sulla musica a Bologna tra Sei- e Settecento attraverso il suo rapporto con Roma; guardando la ricezione e trasformazione dei suoi esempi e modelli, si offrirà così anche uno sguardo obliquo sulla stessa città di Roma. Il progetto esplora come si articolava la vita musicale a Bologna, città con il proprio sistema di governo e le proprie tradizioni festive, religiose, ecc., rispetto alla forza culturale centripeta dell’Urbe (fatto che non esclude la presenza a Roma di musicisti e possibili modelli bolognesi). Molti furono i legami, istituzionali e non, tra le due città, la maggior parte dei quali sostenuti e rinforzati proprio dalle grandi famiglie aristocratiche. Molte anche le differenze, a partire dalle particolarità dello spazio. Roma era (ed è tuttora) fortemente caratterizzata dalla sua identità spaziale, formata tanto dal suo mero spazio fisico quanto da quello culturale (sacro, storico, politico), ineludibilmente sovrapposti. Sono questi i due nodi del progetto.
Basato su un’ampia base documentaria, il progetto si concentra, dunque, in modo particolare sul ruolo delle famiglie aristocratiche: famiglie ‘spezzate’ in un ramo romano e uno bolognese (come ad esempio i Bolognetti e gli Spada), ma anche su carteggi e altri scambi tra famiglie bolognesi e romane, a volte legate tramite rapporti di parentela (come i Pamphilj e gli Albergati) ma non necessariamente. Accanto a queste meccaniche di contatto e scambio, il progetto guarda poi in modo particolare agli spazi della musica. Con i suoi teatri, palazzi, chiese, piazze, e ville suburbane, Bologna conosceva, in linea di principio, la stessa tipologia di siti musicali di Roma, ma ovviamente declinate seconde le sue particolarità di spazio, con differenze che vanno dalla geografia (con, ad esempio, le conseguenze climatiche), all’urbanistica, fino alle tradizioni e alle particolarità architettoniche degli edifici. Guardare se e come Roma si rispecchiava a Bologna offre nuove prospettive su entrambe le città.