06 / 122016

Resoconto del workshop “Database PerformArt”
École française de Rome – Piazza Navona, 62 – 6 dicembre 2016

Laurent Guillo introduce la seduta presentando l’obiettivo del database “Performart: permettere di legare fra loro schede riguardanti persone, opere – intese prevalentemente come composizioni musicali o letterarie – ed eventi. Ha sottolineato l’importanza di adeguarsi alle norme internazionali in vigore per quanto riguarda la costruzione degli indici e dei thesauri (nel nostro caso, gestiti dal sistema GINCO che adotta uno standard ISO).

La parola è passata in seguito a Foucauld Pérotin, l’informatico che ha costruito il database Performart usando il software “4D” in collaborazione con Anne-Madeleine Goulet, che ne è la responsabile scientifica. Pérotin ha mostrato i tipi principali di schede (persone, opere ed eventi) ed il modo in cui sarà possibile connetterle le une alle altre. Il database presenta un’ergonomia che verte a facilitare in ogni passo il lavoro dei ricercatori: possibilità di lavorare online o offline; possibilità di diversificare graficamente il testo; trattamento delle immagini e inserimento di eventuali files (PDF o altro). Si evince che per arrivare ad un tale risultato è stato necessario prevedere in anticipo varie questioni o situazioni (per esempio, la possibilità di lavorare servendosi di una fotografia è dovuta al fatto che spesso gli archivisti non hanno il tempo di trascrivere i documenti in situ; l’opzione di inserire dati offline è stata presa in considerazione perché vari archivi e biblioteche non dispongono di una connessione internet). A più riprese è stata sottolineata l’importanza di lavorare online, in maniera tale che i dati inseriti vengano immediatamente integrati nel database. In caso di lavoro offline, infatti, la difficoltà risiederà nella fusione dei dati con quelli già presenti riguardanti uno stesso soggetto. L’operazione richiede tempi lunghi poiché sarà necessario verificare ogni singolo dato per evitare doppioni negli indici o ridondanze all’interno di una scheda.

Punto di forza del database è la condivisione dei dati all’interno dell’équipe, che consente l’accesso da parte di più contributori ad una stessa scheda. Questa scelta deriva dalla convinzione che solo in tale modo sarà possibile ricostruire la complessità della vita artistica e musicale del mondo romano del periodo 1640-1750. Ciò ha inevitabilmente sollevato una serie di questioni:

  • la confidenzialità dei dati: com’è possibile garantirla? Per esempio, limitando la visibilità di una scheda fino a che il suo contenuto non sarà stato convalidato dall’autore (o dagli autori) della suddetta e dall’amministratore scientifico del database.
  • la paternità delle schede riguardanti le persone: poiché vari ricercatori del gruppo sono specializzati su personaggi specifici (cardinali, aristocratici, compositori, poeti, cantanti…), Valeria De Lucca ha proposto di affidare ad un autore specifico il trattamento principale di una scheda biografica, eventualmente arricchita o completata da altri contributori.

Il terzo intervento della giornata, degli archivisti Orsetta Baroncelli e Marco Cavietti, ha illustrato le norme di trascrizione dei documenti manoscritti, per le quali entrambi sono referenti e a disposizione dei membri del gruppo di ricerca per chiarire eventuali dubbi o questioni particolari che potrebbero presentarsi nel corso delle ricerche. Per quanto riguarda la trascrizione dei testi a stampa, è stato appurato che saranno trascritti secondo norme diverse, specificamente destinate a questo tipo di documenti.

Barbara Nestola