L’investimento dei protettori oltrepassava l’ambito del palazzo aristocratico; costoro avevano un ruolo nella vita musicale su una scala più vasta. Partecipavano spesso e con forza alla vita culturale pubblica: come committenti sia per opere musicali nelle chiese (opere devozionali) sia per spettacoli organizzati nella sfera pubblica, nelle vie o nelle piazze di Roma (in occasione della visita di un grande personaggio per avvenimenti legati alla vita delle famiglie aristocratiche).
Le manifestazioni “private”, nei palazzi, s’inserivano dunque in un mercato del lavoro più vasto e multiforme a livello cittadino: avvenimenti musicali nelle cappelle, nei teatri pubblici, nei seminari, negli oratori… L’attaccamento di un artista a uno o più mecenati permetteva dunque agli artisti d’ottenere altri ingaggi, di moltiplicare le occasioni d’incontro e di costruire o consolidare la loro reputazione. Quale ruolo aveva il mecenate nell’integrazione degli artisti in altri campi musicali?
Partendo da studi specifici, sarà dunque necessario interrogarsi sulla funzione del mecenate nella costruzione delle carriere artistiche (apporti, limiti…). Il sistema politico, sociale e culturale della città pontificia, che non era concentrato attorno a una sola corte reale o principesca, forniva una fisionomia particolare al cammino professionale degli artisti che esercitavano in città? Il mecenatismo costituiva il catalizzatore del successo dei percorsi professionali?
Il fondo degli archivi delle famiglie Caetani (palazzo Caetani) e Borghese (Archivio Segreto Vaticano) saranno esplorati per indagare su queste problematiche.