Il nostro progetto, le nostre ricerche
Promuovere, patrocinare e praticare le arti nelle famiglie aristocratiche romane (1644-1740). Il contributo degli archivi delle famiglie romane alla storia delle arti performative.
Nel XVII e XVIII secolo, Roma, centro della Chiesa cattolica e capitale dello Stato Pontificio, era una città le cui relazioni sociali, politiche ed economiche erano dominate da circa venti importanti famiglie aristocratiche. Gli storici delle arti performative hanno generalmente concentrato i loro studi sul ruolo degli artisti legati alla corte pontificia e a istituzioni come chiese e teatri pubblici.
Tuttavia, gli eventi teatrali, musicali e coreografici organizzati da famiglie aristocratiche nelle loro residenze tanto in città quanto in campagna erano una delle parti più rilevanti della vita sociale di queste élite, nonché calcolati strumenti di affermazione delle loro simpatie politiche. Il progetto PerformArt adotta un approccio globale e multidisciplinare.
Considerare l’importanza delle arti nella costruzione identitaria delle famiglie aristocratiche
Si serve sistematicamente degli archivi delle principali famiglie aristocratiche romane per dare un contributo alla storia delle arti performative a Roma attraverso una più profonda comprensione del ruolo degli artisti nella vita quotidiana della nobiltà, chiarendo le condizioni e le motivazioni del loro patronage.
Questa prospettiva arricchirà la nostra comprensione dei meccanismi alle origini della creatività artistica. Riportare alla luce testi e partiture per lungo tempo cadute nell’oblio ci permetterà di aggiungere questa nuova conoscenza alla nostra eredità culturale, per un periodo relativamente negletto in Italia. Questo ci porterà infine ad aggiornare l’immagine odierna degli artisti performativi e del loro status, gettando nuova luce sulla loro mobilità, sulle modalità di costruzione della loro carriera e sulla dialettica tra la dipendenza da un singolo patron e il lavoro da free-lance in un particolare sistema sociale, economico e politico.
Il periodo studiato inizia nel 1644, anno di ascesa al soglio pontificio del Papa Innocenzo X della famiglia Pamphilj, e termina nel 1740, con la morte del cardinale e mecenate Pietro Ottoboni, che segna la fine del periodo del nepotismo.
Limiti delle conoscenze attuali
La nostra comprensione delle arti performative nel milieu aristocratico di Roma è attualmente compromessa da alcuni fattori.
Innanzitutto, la storia delle arti performative in Italia è un campo di studi molto disomogeneo, variando molto dalle città prese in esame. Mentre alcune città, come Firenze, per esempio, hanno beneficiato di una lunga tradizione di studi teatrali, nel caso di Roma le ricerche tendono a essere interamente focalizzate sulla produzione scenica, e specialmente sul teatro moderno.
Le famiglie studiate: Aldobrandini, Borghese, Caetani, Chigi, Colonna, Lante Della Rovere, Orsini, Ottoboni, Pamphilj, Ruspoli e Sacchetti
In secondo luogo, gli archivi delle famiglie nobili romane sono tendenzialmente usati come fonte a cui attingere per confermare una tesi o l’altra. Tuttavia, solo un approccio globale può evitare l’inevitabile deformazione indotta da ogni descrizione parziale della società in questione.
Un’altra ragione risiede nel fatto che la maggior parte degli specialisti ha optato per lo studio focalizzato su figure storiche predominanti. Per quanto brillanti siano questi studi, una simile scelta comporta inevitabilmente una visione semplificata e imperfetta del mondo artistico romano del tempo.
Possiamo ancora affermare che, allo stato presente, non esistono studi globali dedicati al patronage musicale e teatrale a Roma, né alcuno studio scientifico considerante allo stesso tempo musicisti, attori e ballerini della Roma barocca. I musicologi si sono prevalentemente concentrati su confraternite, chiese, collegi, sul fenomeno del patronage e sugli studi dei generi musicali: musica vocale sacra e profana, opera, l’oratorio e le sue origini, il concerto grosso. Le ricerche teatrali si sono focalizzate su questioni di produzione. Nel campo degli studi coreografici, sebbene alcuni studi fondanti abbiano preparato il campo e posto le basi per future ricerche, la ricerca sulla danza a Roma durante il XVII e XVIII secolo sta ancora muovendo i primi passi.
Infine, la corte papale ha monopolizzato l’attenzione dei ricercatori a scapito di altre corti. Tuttavia, come cuore della cristianità e fulcro della diplomazia internazionale, Roma era una città fortemente policentrica: le corti dei principi e dei cardinali costituivano gruppi di interessi contrapposti, che offrivano spazio per la libertà e la creatività. Se alcune corti principesche di Roma sono state studiate individualmente, finora nessuno ha provato a compararle.
Verso nuove ricerche
Affinché la ricerca si riveli fruttuosa, appare necessario estendere l’esame a un numero significativo di famiglie. Nel progetto PerformArt, si descriveranno sistematicamente i documenti concernenti gli anni 1644-1740 conservati in undici fondi famigliari a Roma, Frascati, e Subiaco. Questo dovrebbe portare alla luce materiale sufficiente per rinnovare profondamente lo studio delle arti performative nel milieu formato da queste famiglie aristocratiche romane.
Obiettivi e metodologia
L’équipe PerformArt raccoglierà dalle fonti secondarie tutte le informazioni relative alle attività performative delle undici famiglie studiate. Queste informazioni, inserite nel database, saranno la base di una conoscenza comune per l’équipe, insieme a una bibliografia permanente, costantemente aggiornata.
Il progetto PerformArt si focalizza su un milieu, non su degli individui
Per poter utilizzare sistematicamente questi archivi, è necessario comprendere i princìpi alla base della classificazione dei documenti. Per questo una collaborazione tra archivisti – le sole persone in grado di comprendere la logica del patrimonio archivistico – e i ricercatori sarà imperativa. I documenti che presentano interesse per lo studio delle arti performative saranno trascritti integralmente.
Una delle difficoltà del progetto risiede nel fatto che gli archivi famigliari raramente costituiscono un blocco unico: spesso contengono documenti relativi ad altre famiglie, essenzialmente a causa di parentele create attraverso matrimoni. Sbrogliare la matassa di queste sfere interdipendenti e collegate tra loro rappresenta una sfida, ma anche uno dei valori aggiunti del progetto PerformArt.
La “lettura da vicino” di tutti i dati è il prerequisito per una “lettura da lontano”. Portare alla luce la prova di un pagamento fatto da un mecenate a un musicista o una lista di attori non è sufficiente. È imperativo contestualizzare questi tipi di informazione attraverso analisi incrociate dei documenti contenuti negli archivi famigliari, che andranno spesso completati con la consultazione di fonti esterne (avvisi che non sono conservati negli archivi famigliari, documenti notarili, archivi di ambasciate a Roma, partiture, libretti, fonte letterarie).