Musica e mecenatismo nella Villa Belvedere Aldobrandini di Frascati.

Da Napoli a Roma: indagini nel fondo Ruspoli sull’accoglienza dei compositori napoletani nei teatri cittadini e reazione dei circoli aristocratici romani.

Giulia Anna Romana Veneziano

Musica e mecenatismo nella Villa Belvedere Aldobrandini di Frascati

A partire dal Seicento, nelle memorie dei viaggiatori lo spettacolo offerto dal “teatro delle acque” costruito nella residenza di Frascati dei principi Aldobrandini era descritto come qualcosa di straordinario, unico per magnificenza rispetto alle tante meraviglie dell’Europa barocca. I complicati intrecci matrimoniali della famiglia Aldobrandini con i Borghese e i Pamphili e la disseminazione degli archivi familiari hanno scoraggiato le ricerche relative a questo eccezionale teatro barocco in relazione al mecenatismo della famiglia Aldobrandini nel periodo successivo a quello più indagato del Cardinale Pietro (1571-1621), artefice della costruzione del Ninfeo. Il metateatro musicale negli spazi del Ninfeo e della Sala del Parnaso di Villa Belvedere è stato fino ad ora trascurato dalla musicologia, nonostante fosse nota l’esistenza di performance realizzate in occasione di eventi storici cruciali per la famiglia Aldobrandini, come l’arrivo a Frascati del cardinale Leopoldo de’ Medici, nel 1668 celebrato con l’esecuzione della cantata La Circe di Alessandro Stradella. Il lavoro di ricerca si occuperà dello spoglio sistematico dei documenti sopravvissuti nell’archivio Aldobrandini di Frascati allo scopo di ricostruire questa parte ancora sconosciuta della storia del mecenatismo di questa famiglia romana di origini toscane.
La documentazione d’archivio delle famiglie Aldobrandini e Pamphilj è custodita principalmente presso la Villa Aldobrandini di Frascati e presso il palazzo Doria Pamphilj di Roma. Documenti sugli Aldobrandini si trovano anche nel Fondo Borghese dell’Archivio Segreto Vaticano, nell’Archivio di Stato di Firenze, in varie città toscane ed emiliane (Larciano, Sesto Fiorentino, Forlì-Cesena). A conclusione del progetto sarà offerta anche una mappatura degli Archivi italiani che conservano le carte Aldobrandini di particolare interesse per la storia delle arti performative.

Da Napoli a Roma: indagini nel fondo Ruspoli sull’accoglienza dei compositori napoletani nei teatri cittadini e reazione dei circoli aristocratici romani

A partire dalla fine del Seicento Napoli accolse, per ragioni legate alla politica vicereale e all’economia culturale del tempo, gli stilemi artistici provenienti da Roma e sostenuti dai diversi governanti che, prima di ricevere l’incarico di viceré a Napoli, furono ambasciatori di Spagna presso la S. Sede a Roma. Per di contro, a partire dagli anni ’20 del XVIII secolo, con il viceregno invece austriaco, proprio attraverso il teatro musicale napoletano si creò un movimento opposto di emigrazione di musicisti e musica da Napoli a Roma che vide nella Città Eterna la diffusione e l’affermazione dei protagonisti della vita musicale napoletana e la conseguente reazione dei circoli aristocratici romani. Compositori come Alessandro Scarlatti (che già aveva marcato la rotta iniziale Roma –Napoli), Niccolò Porpora, Domenico Sarro e Leonardo Vinci arrivarono a Roma attraverso una fitta rete di rapporti intessuti con le famiglie nobili delle due città che promossero e patrocinarono le rappresentazioni delle loro opere nei teatri della città. In particolare alla figura di Leonardo Vinci è collegato il periodo del fallimento e del tentativo di rinascita del teatro Alibert – poi delle Dame -, di cui il fondo Ruspoli offre una interessante documentazione da esplorare in merito alle dinamiche imprenditoriali e culturali delle principali famiglie aristocratiche cittadine.