Dal palazzo alla chiesa: l’attività esercitata dai membri delle famiglie Orsini, Borghese, Barberini, Ottoboni e Aldobrandini.

Émilie Corswarem

La ricerca relativa alle chiese nazionali di Roma ha messo in evidenza il ruolo attivo di una serie di personalità gravitanti intorno a queste istituzioni: cardinali protettori, ambasciatori, agenti diplomatici, membri della nobiltà romana o straniera schierati a favore dell’una o dell’altra nazione, etc.

Nell’ambito del progetto PerformArt, si tratta di studiare l’attività esercitata dai membri delle famiglie Orsini, Borghese, Barberini, Ottoboni e Aldobrandini delle quali alcuni membri furono legati alle chiese nazionali.

Col favore della funzione assunta per una data nazione, questi personaggi intervengono a livelli differenti nell’elaborazione della vita festiva degli stabilimenti nazionali. Sono loro che a volte danno inizio al festeggiamento, a volte contribuiscono al suo finanziamento e, nella misura in cui alcune di queste istituzioni sono poste sotto una dominazione politica più rigida, assumono una funzione di controllo protocollare (R. Heyink). Oltre alle implicazioni cerimoniali e musicali conseguenti all’intervento di questi personaggi, si misureranno anche le tensioni emergenti dall’inevitabile confronto tra le pretese nazionali di queste istituzioni, sostenute a volte da queste personalità esterne all’istituzione stessa, e la loro necessità di obbedienza romana.

Dei lavori hanno d’altronde fatto emergere le controversie che potevano sorgere tra la congregazione nazionale e l’ambasciatore nel momento in cui quest’ultimo si mischiava nella gestione della chiesa (A. Morelli ; J.M. Dominguez). Infine, alcune personalità rivestono la stessa funzione per diverse istituzioni che sono, o non sono, rappresentate da un ambasciatore a Roma. Questo è il caso di Virginio Orsini, cardinale protettore di S. Antonio dei Portoghesi, S. Luigi dei Francesi e S. Stanislao dei Polacchi, o ancora Ippolito Aldobrandini, che rivestiva la stessa funzione per l’Austria e il Portogallo. Si tratterà quindi di interrogarsi sulle implicazioni relative alle pretese nazionali in questi casi particolari.

Pur costituendo il punto di riferimento di differenti “nazioni” a Roma, le chiese nazionali non sono meno integrate nel tessuto sociale e culturale della città. I membri di queste grandi famiglie romane partecipano ugualmente alla costituzione di reti di musicisti che, oltre alla loro attività in seno alle chiese nazionali, si distinguono nei palazzi privati.

Tentando di seguire questi musicisti, si tratterà di verificare l’esistenza di dispositivi nazionali, di misurare il grado di esclusività dei legami che uniscono questi musicisti a eventuali poli nazionali (francofilo, ispanofilo, etc.) e di esaminare il ruolo giocato, in seno a questo fenomeno, dai membri delle famiglie al centro di questo studio.

In filigrana, vengono poste in questo studio tanto la questione dell’elaborazione di un processo identitario di una comunità in terra straniera quanto quella dell’ibridazione culturale.

Questo studio aspira inoltre a contribuire a una migliore comprensione della dialettica degli scambi culturali che si operano nella città di Roma.