18-19 / 052017

Resoconto del terzo workshop dedicato al “Database PerformArt” (versione 0.4)
École française de Rome – Piazza Navona, 62 – 18 maggio 2017

La giornata si apre con una sintesi del lavoro svolto negli ultimi mesi. Varie richieste sono state sottomesse a Foucauld Pérotin per lo sviluppo di nuove funzionalità. Due versioni del database sono ormai disponibili: monoposto e online. È stata ribadita la necessità di utilizzare costantemente la versione online, salvo nei casi in cui non si ha accesso a internet. Il sistema dei link, ormai attivo, verrà ulteriormente migliorato nelle prossime settimane. Dal 28 aprile è in corso la fase di test (con inserimento dati da parte di Orsetta Baroncelli, Marco Cavietti, Giulia Veneziano, Huub van der Linden, Élodie Oriol), tappa fondamentale che ha permesso un primo feedback. Questa fase si è conclusa con il workshop. L’uso del database, semplice e funzionale, è agevolato da un manuale e da un tutorial redatti da Michela Berti. Michela prevede inoltre di realizzare brevi video per mostrare come si svolge concretamente il lavoro.

Dopo la presentazione del sistema dei link, è stata proposta un’esercitazione su un documento d’archivio, dividendo i partecipanti in gruppi di 3 persone. Ogni gruppo ha realizzato una scheda per descrivere il documento in questione, e in seguito ha stabilito i vari link (persone, luoghi, eventi) relativi alle informazioni in esso contenute. Nel pomeriggio, una conferenza di Orsetta Baroncelli e Marco Cavietti ha illustrato il processo di formazione e conservazione di documenti amministrativi negli archivi di famiglie romane attraverso un confronto incrociato tra dati archivistici e informazioni provenienti da trattati secenteschi dedicati in particolar modo alla figura del Maestro di casa.

Barbara Nestola


Resoconto del primo seminario scientifico
École française de Rome – Piazza Navona, 62 – 19 maggio 2017

Incontro in presenza dei seguenti membri dell’Équipe di ricerca: Michela Berti, Orsetta Baroncelli, Diana Blichmann, Luigi Cacciaglia, Émilie Corswarem, Marco Cavietti, Teresa Chirico, Valeria De Lucca, José Maria Dominguez, Gloria Giordano, Anne-Madeleine Goulet, Christine Jeanneret, Elisabetta Mori, Barbara Nestola, Élodie Oriol, Chiara Pelliccia e Giulia Veneziano.

Il 19 maggio 2017 si è svolto il primo Seminario scientifico PerformArt: prospettive a confronto aperto al pubblico, presso la Sala Conferenze dell’École Française de Rome. L’idea dei Seminari che si organizzeranno anche in futuro è, come mette in evidenza Anne-Madeleine Goulet, di proporre uno scambio relativo ai molteplici argomenti del progetto PerformArt con studiosi di massimo rilievo. Questi Seminari hanno lo scopo di avviare un dialogo tra i ricercatori del progetto e studiosi e personalità il cui lavoro di ricerca è di interesse nell’ambito del progetto. Questo significa che ogni ricercatore ha la possibilità di ampliare il suo campo di interesse attraverso l’organizzazione di un seminario.

Lo scopo del seminario del 19 maggio, organizzato da Huub van der Linden, è stato l’esplorazione degli intrecci tra la “produzione storica” dei luoghi tramite azioni e rituali, e la Roma barocca intesa come spazio storico e paesaggio sonoro. In occasione del Seminario si è tenuta, dalle ore 9.30 alle ore 12, la conferenza di Angelo Torre (Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”) con il titolo La produzione di località: problemi e prospettive per l’analisi storica. Torre è tra gli studiosi italiani che hanno contribuito in particolar modo a questo campo di ricerca negli ultimi anni.
La mattinata è stata inaugurata da Fabrice Jesné (Directeur des études pour les époques moderne et contemporaine, EFR), dai saluti di Anne-Madeleine Goulet (Direttrice del progetto, Centre d’études supérieures de la Renaissance de Tours, CNRS) e dall’introduzione di Huub van der Linden (Ricercatore del progetto, EFR) su Roma barocca: spazio storico e paesaggio sonoro.

Nella sua conferenza Torre spiega quali problemi ha risolto, nei suoi studi, il concetto della produzione di località, espone come la produzione di località possa risolvere incertezze della microstoria italiana, chiarisce quale implicazioni ha la produzione di località per la ricerca e infine propone delle possibili applicazioni. Il relatore, tra l’altro, mette in evidenza l’importante osservazione di Laurie Nussdorfer secondo la quale lo spazio non è una categoria geografica ma una categoria giuridica. Torre parla del concetto del “rituale” e del concetto di cultura del “possesso” che si dimostra con azioni e spiega come la logica del possesso guida la realtà politica e giuridica. Illustra quindi il lungo dibattito nel quale si è discusso della trasparenza o non trasparenza delle fonti d’archivio. In quanto alla parola chiave della conferenza, “località”, Torre è convinto che essa produce le fonti, che località sia qualcosa di prodotto e di costruito e che necessita di una attenta manutenzione. Torre suggerisce che località venga inteso come un concetto diverso dalla comunità, anzi la località secondo lui contrasta con l’idea di comunità. Sottolinea infine che il concetto di località comporta delle implicazioni come ad esempio che località e spazio non sono la stessa cosa a causa della discontinuità dell’ultimo. Con località invece intende una costruzione specifica. Un’altra implicazione, secondo Torre, sarebbe che l’azione crea il contesto, non il contesto crea l’azione.

Alla fine della conferenza diverse persone del pubblico hanno posto domande ad esempio a proposito del concetto di spazio sonoro e con quale scopo finale e quale metodologia studiarlo. Importanti domande e riflessioni sono state fatte sul confine sonoro, sulla differenza dei vari suoni che possono nascere dallo spazio urbano, in particolare romano, e a proposito del rapporto tra paesaggio sonoro e musica. La mattinata si è conclusa con un piacevole pranzo al Grappolo d’Oro, significativamente nella piazza della Cancelleria.

Diana Blichmann


Resoconto della visita a Palazzo Colonna dell’équipe PerformArt
Palazzo Colonna – Piazza Santi Apostoli, 66 – 19 maggio 2017

Il 19 maggio, seconda giornata del II seminario del progetto PerformArt, dedicato al collaudo del data-base e ad un incontro con il Prof. Angelo Torre, l’equipe di ricerca ha avuto la possibilità di visitare Palazzo Colonna a Roma, entrando in contatto così con la residenza di una delle famiglie nobili romane oggetto di ricerca all’interno del progetto stesso.

La visita, guidata da Huub van del Linden con il contributo estemporaneo di Valeria de Lucca che studia la famiglia Colonna da tempo, è stata molto interessante e proficua per contestualizzare, quasi facendo un viaggio con una “macchina del tempo”, le ricerche dell’equipe nei luoghi in cui una famiglia nobile romana viveva ed esercitava le sue funzioni di mecenate in rapporto alle arti anche performative. Inizialmente, entrando dall’ingresso principale ai SS. Apostoli, il team si è soffermato nel grande cortile per una breve descrizione del palazzo e della storia della famiglia, spostandosi poi all’interno del sontuoso edificio per visitare al pianoterra l’ala centrale che, tramite la “sala delle feste”, si connette alla “palazzina Della Rovere”, dove si è visitato l’appartamento ora detto “della principessa Isabelle” (all’epoca appartamento estivo di Lorenzo Onofrio Colonna e Maria Mancini).

Gli arredi originali e le collezioni dei dipinti di mano dei più quotati pittori del tempo hanno creato entusiasmo e stupore nell’equipe dei ricercatori: un patrimonio immenso, perfettamente conservato ed attentamente custodito. Prima di salire al piano nobile dell’ala centrale, è stato possibile attraversare il giardino riservato e spazioso per poi proseguire al livello superiore, dove, attraverso il passaggio nella cappella e nelle camere e anticamere che allora costituivano il doppio appartamento di Lorenzo Onofrio Colonna e di Maria Mancini (come la “sala gialla”, la “sala dell’arazzo”, la “sala dei ricami”, sala dei primitivi, sala del trono) si è giunti alla maestosa galleria, ricca di dipinti, oggetti preziosi e antichi specchi: conclusione perfetta per le due intense giornate di lavoro.

Giulia Veneziano